Imbarcazione per la pesca in Guatemala

sabato 26 maggio 2012

I brevetti

Un'attività antica come la pesca ha avuto un'evoluzione tecnologica incredibile: dalla pesca a mani nude si è passati, attraverso vari step, ai moderni fucili subacquei e agli immensi pescherecci. Naturalmente, quella del brevetto, è una pratica burocratica relativamente recente, infatti nessuno può mai aver brevettato la prima canna da pesca: in questa sezione, mi limiterò ad analizzare i brevetti ufficiali.
Una delle principali esponenti per la progettazioni di attrezzature da pesca è la compagnia con sede in Italia "MORDEM":
Il maggior esponente, Morabito Demetrio, costruì personalmente le attrezzature sotto citate: ecco le più importanti:
  • Nel 1949 sperimentò l'uso della polvere da sparo per lanciare la freccia dei fucili e costruì i primi fucili che vendette ai primi subacquei
  • Nel '50 brevettò il fucile subacqueo a cartuccia che chiamò " MORDEM "
  • Studiando ingegneria, iniziò la produzione regolare, oltre ai fucili a cartuccia,dì molti altri tipi di fucili e quanto poteva servire per la pesca subacquea: maschere, pinne, erogatori, bombole, torce e fari e vari accessori.  Nelle pinne inventò i quattro e cinque canali che, oggi, vanno per lamaggiore: in America le chiamano DLT (Direct Line Thrust)
  • Demetrio ideò anche gli attuali stringinaso a ventosa e i tappi auricolari a tre anelli
Il fucile subacquo a cartuccia MORDEM.
Morabito Demetrio, 1950


Negli anni '80 ci sono stati molti brevetti:

  • Il galleggiante da pesca è stato brevettato nel 1980 dal giapponese Kenji Yuji Miyazaki Ken
  • Il mulinello da pesca è stato inventato dal francese Toulouse Isidore nel 1980;
  • L'11 febbraio 1981 è stato invece brevettato un sistema di illuminazione innovativo per facilitare la pesca notturna.
L'elenco completo dei brevetti realizzati sulla pesca si può trovare QUESTA PAGINA ; io mi sono limitato a esporre i più rilevanti, ma il settore delle invenzioni è immenso e, scorrendo la pagina sopracitata si possono trovare moltissime innovazioni molto specifiche, che vanno da nuovi metodi di montaggio delle reti a porta armi per la caccia dei polpi a molte altre varietà.


venerdì 25 maggio 2012

La pesca nei libri

Abbiamo già affrontato il tema del pescare nella letteratura, soprattutto in quella impegnata; ora intendo concentrare il discorso sulla pesca nei libri e nelle narrazioni; naturalmente, esistono diversi tipi di libri sulla pesca, e spaziano su ogni campo: da quello strettamente basato sulle tecniche di pesca, a quelli in cui la pesca funge solo da contorno per riuscire a dimostrare certi valori morali.

Un libro strutturato sulle tecniche di pesca può essere "Come pescare meglio con la mosca artificiale" di Witold Ziemacki: ci sono molti capitoli riservati ai principianti e ai giusti movimenti. Non è tuttavia l'unico, in quanto il tema della pesca con la mosca è trattato ampiamente in molte pubblicazioni.


Il libro "Lezioni di pesca sportiva in mare" si concentra su un lato della pesca non commerciale, ovvero quello più "sportivo": infatti ci sono anche qui molti suggerimenti su come preparare al meglio un'esca, capire le vibrazioni della lenza, quali attrezzature utilizzare ecc.



Invece il libro di Fabiana Callegari intitolato "Geografia del mare e della pesca" affronta un tema molto importante: ovvero l'equilibrio che esiste tra il mare e i suoi abitanti, un equilibrio che si sta frantumando a causa dei grandi pescherecci industriali. L'autrice chiede un confronto con le autorità mondiali, allo scopo di trovare un giusto peso e una giusta misura tra la pesca e la salvaguardia dei mari e degli oceani.



I libri che vanno per la maggiore restano comunque i manuali sulle tecniche, e, girando in rete, se ne trovano per tutti i gusti. Tuttavia ci sono anche libri che si concentrano su cosa avviene prima dell'attività peschereccia: chi produce le attrezzature?
Bartoli Moreno consiglia al pescatore di prodursi da solo alcuni strumenti, nel libro "Esche Artificiali":


Infine, qual'è lo scopo ultimo della pesca? Si può pescare, commerciare il pesce, confezionarlo, venderlo e acquistarlo, ma la vera ragione della pesca è per cibare chi lo mangia. Il pesce costituisce infatti un'importante risorsa, in quanto salutare per il nostro organismo: bisogna però saperlo anche preparare!
Il libro di De Cosmo Enzo "Dall'amo alla zuppa", oltre a esporre le mere tecniche dei manuali, fornisce utili consigli su come consumare il pesce, ed è riservato sia ai preparatori principianti, sia ai più esperti. Infatti, per riuscire in cucina, non basta sapere solo le ricette, ma ci vuole ingegno, passione e, soprattutto, fantasia!










La pesca nei luoghi

In questa prima parte del posto mostrerò i classici luoghi della pesca

Il molo

L'oceano
Sott'acqua: pesca subaquea

Il luogo ultimo del pescato: la pescheria



La pesca è un'attività acquatica, ma di tale importanza da essere omaggiata con sculture, onorificenze e benedizioni anche fuori dal mare o dall'acqua; vediamo alcuni luoghi di tutto il mondo in cui la pesca viene rappresentata con tali opere.

Monumento al dio giapponese della pesca,
Ebisu, di cui abbiamo già parlato Qui


Madonnina dei pescatori, Ercolano

Madonnina dei pescatori: questa si
trova a Peschici, in Puglia

Monumento ai pescatori di Francesco Ruggero;
altro circa 200 cm, poggia su una base di 80 cm;
modellato in argilla e successivamente fuso in bronzo,
il monumento di trova a Petrosino, in provincia di Trapani.
Omaggia il duro lavoro di chi ogni giorno va alla ricerca
del pescato, compiendo una grande fatica.
Monumento ai pescatori e ai piccoli cacciatori.
Si trova a Vladivostok, nell'estremo oriente Russo

Madonnina ai pescatori

giovedì 24 maggio 2012

La pesca nei tempi

Come dimostrato dagli studi, nel Paleolitico gli uomini si cibavano anche di pesce: come tutte le azioni, non si è giunti subito all'ottimizzazione di questa attività, ma si è proceduto per gradi. Infatti in età preistorica, dapprima il pesce si pescava a mani nude, poi i primitivi iniziarono a usare oggetti appuntiti, in legno, in pietra, o usando resti di animali e conchiglie.
Nel Neolitico, comparvero i primi strumenti in selce, materiale che venne molto usato per fabbricare strumenti di vario genere (coltellini ecc) ma che rappresentarono un ottimo ausilio per la pesca.
I primi rudimentali ami sono stati ritrovati in varie isolette dell'Oceano pacifico e nel Cile, ma anche in Grecia.
Dai reperti trovati, si sa che circa 9000 anni fa in Palestina e in Egitto c'erano dei pescatori di professione: infatti, sono stati trovati ami in osso, ricavati in due modi: o levigando un pezzo unico, o unendo due pezzi più piccoli fino a ottenere la forma voluta.
I romani furono i primi a promulgare leggi sulla pesca: anche se questa cosa non rappresenta un'evoluzione tecnologica in senso stretto del termine, rappresenta invece l'inizio di una evoluzione sociale: infatti, i romani stabilirono che il pesce era un bene senza proprietario, che apparteneva a chi lo pescava. Tuttavia, ciò non significava che si potesse pescare in ogni luogo: infatti, le rive e le spiagge erano spesso territorio privato, e come tale non poteva accederci chiunque.
Alcuni scrittori, come Plinio il Vecchio, ci riportano una tecnica usata per pescare: la pesca con lo sparviero: lo sparviero è un'antica rete da pesca di forma circolare, legata al centro da una corda; ma non era l'unica tecnica, infatti i Romani, durante l'invasione dell'Inghilterra, pescavano nel Tamigi con una mosca denominata Plumme.
Con l'avanzare degli anni e con lo sviluppo delle tecnologie e del commercio, si affinarono diversi tipi di pesca, fino a ottenere canne professionali, reti molto gradi gestite da navi usate apposta per questa attività, ecc; inoltre sono stati costruiti moderni strumenti che hanno permesso lo sviluppo della pesca subacquea con il Fucile subaqueo; esistono diversi tipi di fucile, ma la parola non è propriamente corretta: infatti non è un'arma da fuoco, ma assomiglia molto più a un'arco o una balestra: è in grado di scoccare un'asta con una gittata fino a un massimo di 5 metri, per catturare specie in movimento (non sessili).

mercoledì 23 maggio 2012

Di tutto un po': fumetti, canzoni, cinema e pubblicità

Per concludere la sezione letteraria del pescare, vediamo altri aspetti "meno impegnati" di questa attività; ogni singolo lavoro che noi compiamo in realtà ci circonda nel mondo che viviamo: nei fumetti, alla televisione, nel cinema, nei manifesti pubblicitari ecc.


  • Fumetti: Il più celebre fumetto riguardante la pesca è senz'altro Sampei, scritto dal giapponese Takao Yaguchi a partire dal 1973; da esso è nato il celebre cartone, uscito in Italia per la prima volta negli anni '80. Sampei insegna a migliorarsi costantemente e interiormente, a non mollare mai e di saper accettare la sconfitta: inoltre sono presenti molti altri valori, come la pazienza, la calma, la disciplina e il rispetto per la natura.

  • Nelle canzoni: La più celebre è famosa è "Il pescatore" di De Andrè: questo anziano pescatore rappresenta la poca purezza d'animo rimasta ormai nel mondo: egli decide di fare del bene anche verso chi non lo merita; riconosciuto l'assassino, non batte ciglio e sorridente aiuta il prossimo, che "ha poco tempo e troppa fame".

Esiste anche un'altra veritiera rappresentazione del pescatore, rappresentata da Bertoli e Fiorella Mannoia:



  • Un film riguardante l'arte della pesca è IN MEZZO SCORRE IL FIUME, uscito nel 1992 sotto la regia di Robert Redfort, con Brad Pitt tra i protagonisti: in questo film si parla della pesca a mosca in una zona incantevole della Montana, in America. In questo film viene esaltata l'importanza della pesca sotto diversi aspetti; sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista dei valori. Il film si concentra anche molto sui rapporti interpersonali tra due giovani fratelli dal carattere diametralmente opposto.
    (Info Pesca con la mosca)

  • Nei filmati pubblicitari:


martedì 22 maggio 2012

Pescare nella letteratura

Come riportato dal sito http://www.museodellapesca.ch, ci sono moltissime opere letterarie legate al mondo del pescare; chi volesse, può visionare l'elenco completo cliccando QUI: Elenco completo.
Io analizzerò in questo post le opere a mio parere ritenute più significative:

Qui sotto è riportato un frammento della poesia "I pescatori" del poeta siracusano Teocrito; qui viene esaltato principalmente il lavoro, che la povertà fa contrapporre all'ozio spensierato: sono presi d'esempio due vecchi pescatori, che faticano ogni giorno e ogni notte per poter vivere; infatti le preoccupazioni sono tali da farli dormire solo qualche ora, prima di tornare a lavorare il prima possibile. La ricchezza dei pescatori, sottolinea Teocrito, consiste nei loro strumenti di lavoro, accuratamente elencati.



Solo la povertà risveglia le arti,
Diofanto, è una maestra di fatica
e le preoccupazioni non consentono
all'uomo che lavora di dormire.
Se qualcuno di notte per un poco
si assopisce, i pensieri che lo assillano
gli disturbano il sonno all'improvviso.
Giacevano due vecchi pescatori
insieme, stesi sotto la capanna
intrecciata di frasche, sopra un letto
di musco secco, contro una parete
coperta di fogliame. Accanto a loro
giacevano gli arnesi di lavoro:
i canestri, le canne, gli ami, l'esca
coperta d'alghe e lenze e nasse e trappole
fatte di giunchi e cordicelle e remi
ed una vecchia barca sui sostegni.
Un piccolo canestro per cuscino,
i vestiti e i berretti. Tutti qui
erano i mezzi e questa la ricchezza
dei pescatori, senza chiave o porta
e senza cane: tutte queste cose
per loro risultavano superflue,
la guardia la faceva la miseria,
e non c'era lì accanto alcun vicino,
ma proprio presso la capanna il mare
su una striscia di terra rifluiva.
Non era ancora giunto a metà corso
il carro di Selene e i pescatori,
per il loro lavoro, si svegliavano
e allontanando il sonno dalle palpebre
davano voce ai loro sentimenti.
 [...]



Segue una poesia di Goethe, intitolata "Il pescatore", racconta dell'incontro di un pescatore con una bellissima ninfa delle acque: dopo anni di duro lavoro, si lascia tentare dalla semi-divinità e decide di ritirarsi e andare a vivere nelle acque
L'acqua mormorava, l'acqua si gonfiava,
Un pescatore sedeva lì vicino,
Con calma guardava l'amo,
Freddo fino in fondo al cuore.
E mentre sedeva e mentre ascoltava,
Il flusso si gonfiò e si divise;
Dall'acqua turbolenta
Si levò una ninfa d'acqua.

Ella cantò a lui, ella parlò a lui:
Perchè alletti la mia prole
Con ingegno umano e astuzia
Su nel calore della morte ?
Ah, se tu sapessi come è contento
Il pesciolino negli abissi,
Scenderesti quaggiù, così come sei,
E finalmente saresti sano.

Il caro sole e la luna
Non si rinfrescano nel mare ?
I loro volti non emergono doppiamente belli
Dall'alito dei flutti ?
Non ti attrae il cielo profondo
L'umido azzurro trasfigurato ?
Non ti attrae il tuo stesso volto ?
Nell'eterna rugiada ? "

L'acqua mormorava, l'acqua si gonfiava,
Inumidendogli il piede nudo;
Il suo cuore si gonfiava per la brama,
Come se la sua amata lo avesse salutato.
Ella parlò a lui, ella cantò a lui;
Allora egli fu finito:
Ella quasi lo trascinò, egli quasi s'inabissò
E non fu mai più visto 



Sono stati scritti anche moltissimi libri sull'attività della pesca: uno importante, in cui vengono principalmente esposte le tecniche, ma anche la storia e il commercio, si intitola "La pesca del tonno in Sicilia", di Consolo Vincenzo.
Invece "Il pescatore e la sua anima" di Oscar Wilde si concentra sugli aspetti psicologici e sul destino di un pescatore, il quale riusciva a pescare solo se il vento spirava verso la spiaggia: tutte le tecniche e l'abilità di un pescatore di riuscire a raccogliere i pesci anche se non ha il vento a favore non vengono totalmente considerate da Wilde, convinto che il pescatore, e in generale gli uomini, siano in balia del destino.

domenica 20 maggio 2012

La pesca nelle favole

La prima favola che propongo è di Esopo: in questa storia i pescatori, grazie alla loro pazienza, anche in periodo di secca, sono ricompensati dalla buona sorte:


Alcuni pescatori che erano usciti a pesca e che avevano trascorso tra gli stenti molto tempo, non prendevano nulla: stando seduti sulla loro barca si rammaricavano. Ma in quel momento un tonno, inseguito, e avanzante con molto rumore, improvvisamente si slancia sulla nave. Quelli, avendolo preso e portato in città, lo vendettero. Allo stesso modo spesso la sorte assegna in dono le cose che l’abilità non offre.


La seconda è invece dell' illustre Fedro, che, con un velo di ironia, narra il modo di catturare i pesci di un furbo musicista-pescatore: riporto sia la versione originale in latino, sia la traduzione:

Versione originale: Un'insolita tecnica di pesca
Olim mitis ac stultus piscator, artis suae imperitus, cum retibus tibiisque ad mare perrexit. Dein in scopulo apud litus assedit, retia deposuit et tibiis cecinit. Ita enim secum cogitabat: " Quondam Orpheus veteresque poetae vocibus suavibus montes, arbores, gravia saxa multaque animalium genera ducebant. Certe piscibus quoque tibiarum numeri grati erunt: e maris undis sponte venient, in litore saltabunt et eos capiam". Sed pisces piscatoris dulces blanditias neglexerunt. Piscator igitur tibias deposuit, omnia retia in mare demisit et statim magnam piscium copiam cepit. Pisces in rete litusque saliebant; tum piscator exclamavit:"Stulta animalia, primo tibiarum numeros non audivistis, nunc sine cantu in litore saltatis". 

Traduzione: 
Un tempo un pescatore tranquillo e sciocco, inesperto del suo mestiere, si diresse al mare con le reti e con il flauto. Quindi si sedette su uno scoglio presso la spiaggia, gettò le reti e suonò il flauto. Perciò pensava tra sè : " Una volta Orfeo e gli antichi poeti con le loro voci soavi conducevano ogni specie di animali lungo i monti, gli alberi e molte ardite rupi. Di sicuro anche ai pesci sarà gradito il ritmo del flauto: dalle onde del amre giungereanno alla riva, salteranno sulla spiaggia ed io li catturerò. Ma i pesci rifiutarono le dolci blandizie del pescatore . Il pescatore allora abbandonò il flauto, ritirò tutte le reti dal mare e subito prese una grande abbondanza di pesci. I pesci salivano nella rete e verso la spiaggia, allora il pescatore esclamò: "O stolti animali, prima non sentiste il ritmo del flauto ed ora senza canto saltate sulla spiaggia!"

L'ultima che riporto è una fiaba giapponese: qui, anziché essere esaltata l'abilità di pesca, viene messa in luce la buona azione di un ragazzino che, invece di pescare i pesci del mare, li nutre ogni giorno: e loro, riconoscenti, lo ripagano in un modo singolare.

La gratitudine dei pesci:
In una isoletta di pescatori viveva Hikoichi. Da ragazzo Hikoichi fu assunto come sguattero di cucina in un peschereccio e trascorreva i suoi giorni nella calda cucina di bordo a preparare il riso e tagliare le verdure mentre la nave rollava e beccheggiava in mezzo al mare. Era considerato da tutti uno sciocco, troppo sciocco per diventare un pescatore, buono solo per cucinare e servire a tavola.
Dopo ogni pasto in cucina c'erano sempre molti avanzi. Hikoichi li gettava in mare e chiamava i pesci perchè venissero a farsi un bel pranzetto anche loro. I pescatori nell'udirlo chiamare i pesci lo deridevano: "sentite l'imbecille che parla con i pesci" dicevano. Uno di loro disse beffardamente: "Forse un giorno i tuoi pesciolini ti risponderanno e ti diranno quanto ti sono riconoscenti!"
Hikoichi però non si curava delle beffe e continuava a portare da mangiare ai pesci.
Una notte la nave era alla fonda in una baia molto ampia e tutti i pescatori, stremati dalla giornata di lavoro, si erano addormentati profondamente. Hikoichi era ancora al lavoro, intento a lavare il riso per il pranzo del giorno dopo, quando si accorse d'improvviso che la nave non rollava e non beccheggiava più, era completamente ferma.
Salì sul ponte, guardò ai lati della nave e non credette ai suoi occhi. Il mare non c'era più, la nave si trovava arenata su un enorme banco di sabbia finissima, brillante come l'oro. "Che bello" pensò, e decise di raccogliere un pò di quella sabbia meravigliosa per ricordare quella notte. Riempì due secchi di sabbia dorata e li portò nella sua cabina.
Il mattino seguente Hikoichi si stupì moltissimo nel vedere la nave galleggiare placidamente sulle acque della baia. Del banco di sabbia dorata non c'era più traccia. Raccontò allora ai suoi compagni tutto ciò che aveva visto nella notte, ma nessuno gli credette, anzi, lo sbeffeggiarono duramente.
Le risa e i lazzi dei compagni cessarono di colpo non appena Hikoichi mostrò loro i due secchi di sabbia che aveva raccolto durante la notte: erano colmi di polvere d'oro.
Nel viaggio successivo, Hikoichi non si imbarcò più perchè ormai era ricco e poteva vivere in una bella casa nuova. Si comprò una barchetta e ogni giorno andava in mare per portare da mangiare ai pesci. Visse a lungo felice sull'isola e nessuno lo chiamò più sciocco.

venerdì 18 maggio 2012

Pescare nella mitologia

Il mito di Glauco
Glauco era ritenuto figlio di Nettuno: era bello, bellissimo, e si mise a fare il pescatore; divenne abilissimo, e le sue raccolte erano sempre estremamente copiose e abbondanti.
Glauco era molto apprezzato dalle nereidi (ninfette delle acque) e rideva e scherzava con tutte, ma non era realmente innamorato di nessuna: ma un giorno incontrò la timida Scilla, di cui si innamorò perdutamente; e lei ricambiava, tanto da aspettarlo tutte le sere al tramonto anche solo per vederlo andare via.
Tuttavia Scilla era molto timida, e riuscì a confidare il suo amore solo alla perfide Circe, che, presa dall'invidia, la trasformò in un orrendo mostro marino: così, mentre Scilla faceva strage degli ignari naviganti, Circe se la spassava con Glauco.
Ma la scintilla durò poco, e dopo poco Circe lasciò Glauco; la sofferenza dello stesso crebbe a dismisura quando seppe della fine di Scilla, e andò spesso a trovarla, e lei, nonostante tutto, non lo uccise.
Dopo molti anni Glauco divenne vecchio, curvo, ma non cessò mai la sua attività lavorativa: la pesca fruttava ancora molto bene; un giorno, mentre tornava stanco dal mare, fece scalo su una ridente isoletta: e lì, si accorse del miracolo: i pesci che mangiavano l'erba di quell'isola tornavano miracolosamente in vita! Quella situazione gli ricordò in qualche modo l'atmosfera che respirava da bambino, così si buttò sul prato e si cibò di quell'erba, fino a esserne sazio: una volta placata la sua voglia, decise di farla finita e si gettò da una scogliera: tuttavia, anziché morire, riacquisì forza e si trasformò in un immortale tritone del mare: si dice che quando scoppia la tempesta Glauco alzi il capo e subito il mare diventa calmo e tranquillo, come succedeva quando Scilla lo aspettava al tramonto.

Mitologia orientale:
Agli inizi della civiltà, i cinesi posizionarono i tre Augusti, detti Sanhuangwudi: essi sono Fuxi, Nuwa e Shennong. In particolare, Fuxi, oggi chiamato Taihao, avrebbe insegnato agli uomini la pesca e l'allevamento.

Invece, nella mitologia giapponese, il dio della pesca si chiama Ebisu: viene spesso rappresentato vestito da pescatore, con una canna da pesca in una mano e un pesce simile a una orata nell'altra. La leggenda dice che, a causa di un rituale non rispettato dalla madre durante il parto, un ragazzino, Hiruko, sia nato senza arti; quindi è stato lasciato in mare su una barca di giunchi, ma venne raccolto e curato dagli Ainu (Ainu) e, a tre anni, dopo aver superato molte prove, divenne il dio della pesca Ebisu.


Parentesi sulla mitologia atzeca: Il dio atzeco della pesca si chiamava Amimitl, il quali veniva anche chiamato "freccia d'acqua"; oltre a proteggere i pescatori, era anche il dio dei laghi.
Si dice che Amimitl colpiva le vittime della sua ira con pericolose malattie. Spesso viene identificato con Opochtli, il dio dei fabbricanti di reti e dei pescatori che usano reti.

giovedì 10 maggio 2012

Iconografia: Barocco e '700, '800, '900, francobolli e pubblicità

L'opera più famosa riguardante la pesca nell'arte Barocca è la "Pesca di Tobia", dipinta da Carlone Giovanni Battista; essa è custodita al Palazzo Bianco di Genova.



Nell'ottocento non ci sono molte riproduzioni riguardanti la pesca: quella proposta qua sotto è una veduta della città di Trieste, con vascelli e barche da pesca:




Novecento:
Pesca della tratta, Cattolica


Infine ecco altre riproduzioni di questa attività, nei francobolli:



Inoltre vi sono altre due riproduzioni della pesca sui francobolli, illustrate precedentemente nel post sulla simbologia.

E per finire, ecco una pubblicità, in cui il verbo pescare è utilizzato in senso metaforico ma comunque legato al contesto, che sponsorizza la pesca legale:


Iconografia: Arte Medievale e Rinascimentale

La prima riproduzione artistica di cui tratterò è stata presa dall'opera letteraria Theatrum Sanitatis, una raccolta di manuali medici la cui base è stata scritta dal chirurgo arabo Abu Kasim tra il 1052 e il 1063. In tale raccolta vi sono buone norme necessarie al mantenimento della salute, tra cui spicca un mangiare equilibrato: naturalmente, non può mancare un riferimento alla pesca:



Tra le opere rinascimentali, è molto importante la "Pesca Miracolosa", dipinta da Raffaello tra il 1515 e il 1516 su commissione di Leone X: Raffaello oltre la tela realizzò anche l'arazzo conservato nella Cappella Sistina.

Tempera su cartone

L'arazzo 


Un'altra versione della "Pesca Miracolosa" è data da Konrad Witz nel 1444, in questa tela conservata a Ginevra:


lunedì 7 maggio 2012

Iconografia - Arte Antica

Nonostante il trascorrere degli anni, nel mondo la pesca si è confermata una grande risorsa, tanto da essere rappresentata in opere artistiche anche dai popoli "antichi", quali greci, etruschi, romani ecc.

Ecco alcune riproduzioni di epoca romana, realizzate nel Nord Africa: una zona che, vista la vicinanza del Mediterraneo, ha sempre fatto della pesca una delle sue attività economiche principali, nonché come risorsa di sostentamento:






Scena di lotta-pesca: sulla destra pesca con lancia a
un polpo simile al precedente
Pescatore magrebino: pesca con uso di retino

Ecco un esempio invece, di arte etrusca: in realtà, la tecnica di pesca più diffusa tra gli etruschi era la seguente: essi raccoglievano soprattutto tonni, avvistati da grandi torri (le quali avevano comunque molteplici funzioni), che erano costruite sulle colline:







Altre rappresentazioni, greche e romane:

Scene di pesca nell'arte romana

Raccolta e pulitura dei pesci